artICOLo pubblicati da fabiana mendia su



Capolavori Hermitage di Fabiana MENDIA

Goethe e l’amico pittore Tischbein sono a Roma nel 1786. Entusiasti dell’Antico, non si sono però fatti scappare il Carnevale Romano. “E’ ormai finito e la città eterna torna a essere un convento”, scriverà lo scrittore di Weimar nel “Viaggio in Italia” e deciderà così di proseguire per Napoli. Qui, invece, lo scenario cambia. La capitale borbonica è vivace, piena di movimento e per sottolineare l’atmosfera serena, annota le sue sensazioni con la sintetica osservazione:”il re è a caccia, la regina è incinta, e non si potrebbe desiderare nulla di meglio!”.
Attraversare la penisola e soggiornare per brevi e più lunghi periodi nelle capitali delle arti, considerate oltre la città dei papi e Napoli, anche Firenze, Venezia e Palermo, diventa un’attrazione fatale, un pellegrinaggio laico necessario per la memoria e l’approfondimento culturale a cui i rampolli della nobiltà europea non potevano sottrarsi. Una moda per viaggiatori altolocati e diplomatici stranieri, un rito di iniziazione irrinunciabile per gli artisti francesi, spagnoli, olandesi, fiamminghi, tedeschi, russi. Sessanta opere dal XVII al XIX secolo, firmate dai maggiori maestri stranieri e italiani di vedute, paesaggi e soggetti di genere, nella mostra allestita nel museo di San Salvatore in Lauro, documentano l’esperienza interiore di quei pittori che dipingevano per raffinati ed esigenti committenti cosmopoliti, desiderosi di riportare in patria un “souvenir” del loro viaggio in Italia.“Visioni del Grand Tour dall’Hermitage”(catalogo Il Cigno) raccoglie una selezione di capolavori, curata da Sergej Androsov, Vladimir Matveev e Lorenzo Zichichi, che illustra con suggestive, sublimi, visionarie e romantiche inquadrature, scorci insoliti e canonici delle emblematiche tappe turistiche dei collezionisti russi. Scenografiche e sfrangiate nella materia pittorica appaiono le visioni instabili e fantastiche di Alessandro Magnasco, interprete “poco classico” dell’idea dell’antico. Diversa interpretazione per Van Lint con il “Panorama con l’Arco di Tito e il Palatino” e per Van Bloemen (detto l’Orizzonte), celebre per i paesaggi laziali incorniciati da pittoreschi pini e pioppi. Il Viaggio continua con i “paesaggi ideali” del 1740 di Panini, il “Colosseo” e “Villa Madama” di Robert, le scene popolari di Miel e il “Mercato in piazza” di Lingelbach. Lo sbarco al Sud si legge attraverso gli occhi intellettuali e sentimentali delle vedute di Hackert di Baia, Pozzuoli e di Montesarchio, mentre le notti e il chiaro di luna del golfo partenopeo e di Palermo sono indimenticabili nella “Festa di Napoli” e “Ingresso nel porto”di Achenbach e Vernet.
TORNA AGLI ARTICOLI