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"Mirò ! Poesia e luce" al Chiostro del Bramante di Fabiana MENDIA

"Lavoro come un giardiniere, in uno stato di passione e di eccitamento. Io penso al mio studio come a un orto: qui ci sono i carciofi, laggiù le patate. Le foglie devono essere tagliate in modo che le verdure possano crescere. Ogni cosa ha bisogno di tempo. Devi fare degli innesti, devi innaffiare. Le cose maturano nel mio animo". Sono frammenti tratti dal brano scritto da Joan Mirò "Io lavoro come un giardiniere", pubblicato a Parigi nel 1959. L'artista catalano, ha 66 anni, dopo vari soggiorni compiuti negli Stati Uniti, in cui ha incontrato la pittura americana d'avanguardia (Pollock, Moterwell, Rothko), in questa fase di piena maturità attesta una incredibile "giovinezza" intellettuale, creando opere che confermano una notevole apertura e curiosità verso il nuovo. Mirò crea capolavori come la serie "Blu I", "Blu II", "Blu III"e "Il disco rosso", in cui il colore acquista sempre più importanza raggiungendo sorprendenti traguardi espressivi.
Ottanta capolavori (mai giunti in Italia) esposti nella mostra "Mirò ! Poesia e luce", a cura di Maria Luisa Lax Cacho, dal 16 marzo al Chiostro del Bramante, affrontano una fase cruciale della produzione del pittore spagnolo, che avvicinatosi assai presto alle fonti dell'avanguardia artistica europea (fauve, espressionismo, cubo futurismo), virerà poi nel 1923-24 verso il Surrealismo, diventando amico di Breton Aragon, Eluard e Prévert.
La rassegna prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Sole 24 ORE Cultura, con il Dart, presenta al pubblico della capitale una interessante selezione di oli, terrecotte, bronzi e acquerelli (provenienti dalla Fondazione Pilar e Joan Mirò), che permette di conoscere la definizione del linguaggio del maestro spagnolo a partire dal 1956, quando si trasferisce, fino alla morte avvenuta nel 1983, a Palma di Maiorca nella casa-atelier ideata dall'architetto Sert.
Il percorso espositivo, quindi, non si sofferma sulla stenografia pittorica dei segni-immagini elementari, visibili nei dipinti giovanili, dove viene evocato l' amato paesaggio catalano, ma si concentra su quelle opere che evidenziano composizioni meno elaborate, dove le figure e le forme, spesso attinte all' immaginario infantile, cedono il campo al colore e alle sue facoltà espressive, come nella tela "Oiseaux" (1973)..
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