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Talent Prize di Fabiana MENDIA

La “Fondazione Roma” spalanca le braccia all’arte contemporanea, andando incontro ai giovani artisti e alle loro idee offrendo loro la possibilità di affacciarsi su un palcoscenico internazionale, al Museo del Corso. La prima edizione del Premio Talent Prize, promossa dall’istituzione privata capitolina in collaborazione con la rivista “Inside Art”, diretta da Guido Talarico, ha contato 892 partecipanti di età non superiore a 35 anni. Un compito non facile selezionare i dieci finalisti per la commissione di critici composta da Enrico Crispolti, Anna Mattirolo Ludovico Pratesi, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Nicoletta Zanella è stato un compito non facile selezionale i dieci finalisti.

“Il gran successo di domande di iscrizioni al premio ci rende orgogliosi dell’iniziativa- ha detto ieri, il giorno della premiazione, Emmanuele Emanuele, presidente di Fondazione Roma. E’ una conferma che la strada che abbiamo intrapreso da anni per promuovere il settore dell’arte e, in particolare di quella contemporanea ci può portare, oltre che a dare un aiuto economico ai giovani artisti, anche ad aumentare l’interesse non solo di appassionati collezionisti, ma anche di profani verso un mondo che si esprime con un linguaggio non sempre facile da decifrare”. E’ risultata prima classificata Rä di Martino con “Untitled (Marilyn), una foto 70x100 della tomba dell’attrice nel cimitero di Westwood a Los Angeles. Il soggetto è stato scelto dall’artista romana come simbolo di una semplicità che contrasta con l’immagine della diva-icona del XX secolo, che rimane immobile nel tempo, tranne i fiori che ogni anno cambiano e che lei fotografa puntualmente. La rosa dei vincitori segue con Silvia Camporesi, Francesco Carone, Samantha Casolari, Stefano Cento, Martina Della Valle, Isola e Norzi, Domenico Mangano, Matteo Montani e Nordine Sajot.
Quale commento alla partecipazione al “Talent Prize” di tanti artisti, ma solo italiani e nessun ventenne? Ludovico Pratesi, direttore del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, sottolinea: “Il panorama del contemporaneo in Italia è complesso, molta differenza tra il Nord e il Sud, soprattutto da Napoli in giù. L’immagine è di un Italia un po’ attardata rispetto all’Europa, ma pronta a confrontarsi con i circuiti internazionali”.
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