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S.O.S. Arte dall'Abruzzo. Una mostra per non dimenticare di Fabiana MENDIA

“Il castello che sovrasta tutto, la cupola di San Bernardino, i vari campanili e i palazzi di pietra a colori sfumati emanano, a prima vista, un’aria di magnificenza”. E’ la descrizione dell’Aquila del pittore e scrittore inglese Edward Lear in viaggio per la penisola nel 1846. Su quello stesso castello salì lo studioso di antiche civiltà Gregorovius  con l’amico Lindemann nel 1871 (lo riporta nelle “Passeggiate d’Italia”) per contemplare le catene nevose e una parte della regione, “indescrivibile paradiso”.
Si parla della Fortezza Spagnola che dai primi del Novecento è stata  trasformata in sede museale della raccolta di capolavori abruzzesi dal Medioevo in poi, che dopo il sisma del 6 aprile, è inagibile e le collezioni recuperate trasferite in gran parte nel Museo di Paludi di Celano.
Un anno dopo a Castel Sant’Angelo il Centro Europeo del Turismo, presidente Giuseppe Lepore, a partire da oggi, ha creato una occasione per rendere visibile nella capitale a un vasto pubblico di studiosi e appassionati una parte significativa del patrimonio storico artistico della regione così drammaticamente colpita, dedicando l’annuale rassegna Europea del Turismo, XXIX edizione a :“S.O.S. Arte dall’Abruzzo. Una mostra per non dimenticare”.
L’esposizione delle ottanta opere d’arte, curata da Fabrizio Porcaroli, è stata costruita per mettere in evidenza tre differenti scelte: la valorizzare degli interventi di recupero da trafugamenti avvenuti in Abruzzo e restituite ai proprietari a opera delle Forze dell’Ordine, dei reperti recuperati dopo il terremoto e trasportati in luoghi sicuri e, infine, delle tele, tavole e arredi sacri conservati in musei del territorio non coinvolti dalla catastrofe.

 

 

 

 

 

 

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