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il divo Giulio Cesare di Fabiana MENDIA

Potere e grandezza, auctoritas e maiestas: il divo Giulio Cesare (100-44 a.C.) che segnò il tramonto della Repubblica Romana, il primo romano a cui il Senato concesse il privilegio di imprimere, da vivo, il proprio ritratto sulle monete, ritorna nella capitale da protagonista di una solenne esposizione, che lo celebra al Chiostro del Bramante, da giovedì fino al 3 maggio. A raccontare le gesta del grande dittatore, il comitato scientifico composto da Giovanni Gentili, Paolo Liverani, Enzo Sallustro e Giovanni Villa, ha raccolto duecento opere provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, per rendere il più completo possibile la breve e intensa parabola di Giulio Cesare, L’uomo, le imprese, il mito, una parabola partita strategicamente nel 59 a.C. con il Triumvirato siglato con il comandante Cneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, l’uomo più ricco del tempo.
L’intrepido capo di stato con lungimiranza e intrigante intelligenza si proclamò discendente di Enea, sbarcato sulle rive tirreniche di Lavinium, (Pratica di Mare), esule da Troia e, quindi, di Venere, legato al mito originario di Roma. Una carriera costruita cercando di interpretare le aspettative dei contemporanei, di identificare le proprie qualità militari nel dominio di sé, nell’ascesi e nella riflessione a mente fredda, di rovesciare l’ordine dell’antica Repubblica privilegiando sobrietà e razionalità.


Tutto ciò è visibile nel ritratto scelto come ritratto-logo dell’esposizione il cosiddetto “Cesare Chiaramonti”,delle collezioni dei Musei Vaticani, dove sono evidenti i lineamenti del volto energici e incisivi, la muscolatura del viso tesa e corrucciata a testimonianza, che Cesare, a differenza degli altri vincitori della guerra civile, preferiva dare di sé questa immagine. I preziosi reperti e documenti esposti nella mostra ripercorrono tutte le fasi della sua ascesa e apoteosi, le imprese militari, l’amore con Cleopatra, la bellezza delle case di età cesariana, la raffinatezza dei monili e delle gemme. Inoltre, la “fortuna critica” del padre del futuro Impero Romano, dal Medioevo fino all’’800, attraverso una selezione di dipinti e infine, costumi di scena e brani di film dai celebri Kolossal cinematografici.


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