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I Vini dell'Imperatrice di Fabiana MENDIA

In assenza di Napoleone, che beveva solo Chambertin di Borgogna diluito con acqua ghiacciata, l’imperatrice Joséphine preferiva far servire, durante i sontuosi pranzi al Castello della Malmaison, dai suoi coppieri, esclusivamente Bordeaux. La prima moglie dell’imperatore, pur essendo astemia, era molto attenta a selezionare le bottiglie per i suoi invitati per accompagnare sia i “pasti alla russa”, composti da molte portate, che i “servizi alla francese” e gli “ambigus”, ovvero i buffet dove contemporaneamente venivano serviti piatti caldi e freddi, dolci e salati. Il piacere della tavola e dell’arte di vivere nell’’800 si sogna, visitando la raffinata esposizione: “I Vini dell’Imperatrice.
La cantina di Joséphine alla Malmaison (1800-1814)”, inaugurata oggi al Museo Napoleonico, a cura di Maria Elisa Tittoni e Giulia Gorgone, organizzata da Zètema Progetto Cultura. Un’accurata selezione di 148 oggetti, tra cui servizi di bicchieri di baccarat, rinfrescatoi, bottiglie, coppe per il punch e boccali di birra, disegni, tele, racconta l’arte del ricevere e del bere attraverso i progressi tecnici della cristalleria francese e spiega l’evoluzione delle abitudini alimentari fin dopo la rivoluzione. Una sezione è dedicata a “Il vino della Leggenda Napoleonica”. Nelle vetrine si ammirano, in particolare, due boccali: il primo, in legno e argento, con rilievi che illustrano scene di battaglie e l’altro in maiolica bianca e azzurra, che riprende la sagoma dell’Imperatore. La storia dello “champagne”, inventato dal monaco Dom Perignon nel 1638, destinato a promuovere l’immagine della Francia in tutto il mondo, è raccontata attraverso eleganti esemplari di coppe, flûtes ed etichette d’epoca.









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